Cascia
Dici Cascia…e subito pensi a Santa Rita!
E’ un legame forte e inscindibile quello che unisce Rita, la “santa degli impossibili” con la sua terra. Non potremmo immaginare Rita fuori dal contesto di una Cascia sul finire del XIV secolo. Una terra di passaggio, dilaniata dal conflitto tra Guelfi e Ghibellini, e da profonde rivalità familiari. Rita va contro corrente: nell’epoca degli odi, Rita è capace di perdonare. Ed è capace di sopportare con coraggio un marito dal carattere difficile che le verrà barbaramente ucciso; sa tenere testa ai propositi di vendetta dei figli che morranno colpiti dalla peste; riesce a tollerare con umiltà e determinazione l’avversione della badessa che inizialmente le si oppone; e porta amorevolmente in fronte per quindici anni, fino alla morte, una spina della corona di Cristo, alle cui sofferenze può ben dire di partecipare. C’è qualcosa di sublime nel coraggio con cui questa donna affronta le sofferenze della vita. Senza mai perdersi d’animo, nè lamentarsi: al contrario, avendo sempre sulla bocca una lode al Signore. Sarà forse questo il segreto di una popolarità che davvero non ha confini?
Senza ombra di dubbio, Rita è una santa che sentiamo vicina: così umana, nel suo destino, pur tragico ma affrontato sempre a testa alta, di moglie e di madre. In Rita c’è molto del carattere delle contadine umbre: un’altera semplicità unita a fierezza, amore per la famiglia, valori veri. Nella nostra “carrellata” sui luoghi del Cammino non possiamo dunque che partire da quel graziosissimo borgo dove Rita nasce, passa la fanciullezza e l’adolescenza, si sposa ed ha i due figli: quella Roccaporena che è un vero gioiello sotto ogni punto di vista.
Per la singolare collocazione geografica: il minuscolo borgo è collocato al fondo di una piccola gola, profondamente incisa dal fiume Corno, là dove il fiume si trova ad aggirare una slanciata rupe, lo “Scoglio Sacro” che, proprio come uno scoglio marino, si slancia per qualche centinaio di metri sopra il fondo della valle. Qui, Rita amava fermarsi a pregare, in modo così intenso da lasciare impresse le impronte delle ginocchia e dei gomiti nella sommità della roccia. Si può raggiungere la sommità dello Scoglio percorrendo una via crucis di 300 scalini: e, oltre che la santità del luogo, non ci potrà lasciare indifferenti l’impagabile panorama che si può godere dalla cima, che spazia dai Sibillini, a Nord, ai Monti Reatini verso sud. Da non perdere anche la casa di Rita, con l’annesso Orto del Miracolo, dove in pieno inverno sbocciò una rosa e maturarono due fichi, e la chiesa di San Montano, del XIII secolo, ove Rita si sposò.
Poi (anzi prima, secondo il Cammino) Cascia, unita a Roccaporena dal magnifico “Sentiero di Santa Rita”, in parte scavato nella roccia, che percorreremo. La visita dei luoghi “ritiani” inizierà necessariamente dal Monastero di Santa Rita, dove, secondo la tradizione popolare, la santa venne condotta in volo dai suoi tre santi protettori. Il monastero è una struttura antica, risalente al XII secolo, che ospita tuttora le monache di clausura. Ogni mezz’ora vi si tengono visite guidate dai padri agostiniani; ed è fortemente consigliato parteciparvi, per visitare luoghi unici dove si svolsero molte vicende della vita terrena della santa. Dopo ciò, saremo pronti per visitare l’adiacente santuario di Santa Rita, edificato in epoca moderna per ospitare le spoglie della santa, luogo di culto che richiama pellegrini da tutto il mondo.
Specialmente durante il mese di Maggio, quando, in occasione della festa di Santa Rita, il 22 Maggio, Cascia si riempie di un “oceano” di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Edificata sopra il paese, la chiesa di Sant’Agostino è molto interessante per l’interno stupendamente decorato; da visitare ancora le pregevoli chiese di San Francesco, Sant’Antonio, e la Collegiata di Santa Maria.
Per approfondire:
Vita di Santa Rita “la santa degli Impossibili”